:migranti

Come possiamo dimenticare l’enorme quantità di cittadini italiani che ha lasciato il nostro paese alla ricerca di una terra più accogliente. Nazioni, città, luoghi di lavoro, spesso lontani dove trovare una nuova dignità, allora negata in buona parte del nostro paese. Ed ecco uomini, giovani, giovanissimi, donne, partire da ogni parte dell’Italia per cercare lavoro nelle città industriali, a Torino, Milano, in Germania, Belgio, Francia, Olanda, fino ad arrivare negli Stati Uniti e in Sud America. Sono oltre 25 milioni gli italiani che hanno lasciato il paese tra l’800 e il ‘900, un esercito di “poveri” alla ricerca di un riscatto, economico, sociale, di una nuova libertà fino ad allora negata.

:migranti è un percorso fotografico che nasce dal desiderio di ricordare i nostri emigranti, con il loro carico di sofferenza, dolore, ma anche di speranza. Ed è lo spunto per affrontare un altro grande fenomeno che coinvolge il nostro paese in questi anni, l’immigrazione sia essa intra che extra comunitaria. Una riflessione che mette a confronto due epoche enormemente diverse dal punto di vista sociale, economico, politico, ma perfettamente sovrapponibili se si considerano le vite e le aspettative di quelle persone che sono costrette a lasciare il luogo dove vivono alla ricerca di una speranza per la propria esistenza e per quella delle proprie famiglie. Un salto nel buio che, come fu per gli emigranti italiani, troppo spesso ancora oggi rischia di rivelarsi più drammatico dell’esistenza lasciata.

:migranti è un viaggio per immagini che scorre su due binari paralleli. Da un lato gli e:migranti italiani, dall’archivio di immagini della “Fondazione Paolo Cresci per la storia della emigrazione italiana” di Lucca, dall’altro gli i:migranti stranieri, da una selezione di immagini di Maurizio Totaro. Un viaggio che, seppur in epoche diverse, accomuna le persone raffigurate per il loro coraggio, la sofferenza, la determinazione, l’umiliazione, ai quali i migranti di ogni parte del mondo sono costretti, alla ricerca di un altro “cielo”.

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